116° Nucleo
da 20 anni con Voi.
A volte parlare di noi stessi è complicato perchè si può cadere nella tentazione “dell’autocelebrativo”, aiutare il prossimo non è questo ma è tendere una mano in silenzio a chi è a terra in modo che torni a camminare al fianco di tutti noi.
Molte cose vengono fatte senza il clamore mediatico ma questo non significa non esistere o vivere nell’ombra ma è solo l’umiltà interiore e la volonta di non accendere i riflettori sulle disgrazie altrui.
Noi siamo parte di una società civile ed evoluta e con il nostro impegno disinteressato cerchiamo di fare il possibile per il nostro prossimo.
Ci siamo sporcati nel fango di tante emergenze nazionali ed internazionali, terremoti, alluvioni, crolli, epidemie, drammi sociali di chi fuggiva dalla guerra o dalla disperazione, abbiamo fatto sempre del nostro meglio e se ciò è servito ad aiutare anche solo una singola persona, significa che qualcosa di buono è stato fatto questo ci spinge a fare ancora meglio.
Migliorarci arricchisce interiormente noi stessi e la società civile e democratica.
I ricordi di tante esperienze passate non ci fa vivere nel passato ma dà valore al presente. Gli sguardi delle persone incontrate, spesso in situazioni drammatiche e dolorosamente complesse è sempre nei nostri cuori, il senso civico motiva tutti noi, non il denaro o la visibilità ma la speranza che un volto provato dal dolore possa vedere la luce della speranza e un sorriso reciproco possa dargli la forza di sopravvivere agli eventi avversi. Non conta la lingua o la nazionalità, la mano tesa di chi ti aiuta è universale. Chi non ha questo spirito nel cuore è solo una persona triste ed arida ma non senza speranza, perchè gli esempi positivi sono socialmente contagiosi e prima o poi emergono riportando anche gli aridi a nuova vita ed alla civiltà.